“Il tè è sempre una soluzione” è uno dei moltissimi romanzi scritti da Alexander McCall Smith, un professore universitario ormai in pensione che ha dedicato molti anni della sua vita a scrivere romanzi ambientati tra i paesi che sono le sue case: il Botswana e la Scozia.
La serie che vede protagonista la detective Precious Ramotswe si svolge nel paese africano, e non mancano descrizioni generose delle sue bellezze e della sua ricchezza, con una nota d'orgoglio tipica di chi ama il proprio paese natale.
La detective si occupa di casi che preoccupano le persone nel loro quotidiano, legate al lavoro o ai rapporti d'amore. In questa avventura la signora Ramotswe si troverà ad indagare per un caso speciale. Per fortuna consuma una quantità di tè rosso incredibile, e questo l'aiuterà nelle sue indagini. Nel frattempo, ovviamente, ci saranno altre vicende che si intrecceranno e delle quali si dovrà occupare.
I vari protagonisti fanno spesso riferimento a comportamenti e ragionamenti che presentano una società legata alle tradizioni, alla buona (vecchia) educazione, a certi comportamenti ritenuti positivi e rispettosi degli altri; molto spesso questi vengono messi in contrasto con i cambiamenti sociali che avanzano e che però non sono visti di buon occhio. In questo vediamo molto l'idea dello scrittore di rimanere ancorato alla vecchia tradizione, ai bei tempi andati.
Rileggere a volte ci porta a riflettere sulle nostre scelte e su quanto cambiano i nostri gusti da lettori/lettrici.
La prima volta che Jas vide questo libro, in libreria, era con Fede. Lei non se lo ricorda molto bene (o forse non lo ricorda proprio, l'ha detto a Jas, ma ora proprio Jas che non ricorda).
Aveva vinto con gran sorpresa un buono da spendere in una libreria a Torino perché... aveva messo un like su una pagina facebook. Inutile dire che n'era molto contenta.
Jas ha girato un po' tra gli scaffali, poi la copertina coloratissima nell'edizione della Tea e il titolo: “Il tè è sempre una soluzione” l'hanno attirata. Era per lei! All'epoca beveva molte tazze di tè verde durante la giornata. In preda all'entusiasmo l'ha comprato. E l'ha letto tutto d'un fiato.
Forse perché era la prima lettura, questo libro le era piaciuto tantissimo. Il ricordo di una lettura piacevole, proprio gradevole, dolce, che ispirasse pensieri buoni l'ha accompagnata fino a quando non l'ha proposto a Fede.
Jas è stata contenta di averlo riletto perché sì, ha confermato questa piacevole sensazione a leggerlo. Continua ad essere un libro leggero, dalla lettura scorrevole e gradevole. Molto gentile. Forse troppo.
I personaggi sono tutti spinti da ottimi propositi, si impegnano molto nei loro compiti, mantengono la parola data. Sono quasi presentati come dei giusti, dei saggi, delle persone coscienziose che sanno come comportarsi, cos'è giusto e cos'è sbagliato. I buoni proposito, come le buone azioni, sono il filo conduttore delle storie che si intrecciano. In qualche modo sembra voler insegnare una morale, come le belle fiabe che ci raccontavano. Sono personaggi che piacciono per queste caratteristiche.
Altro punto a suo favore, sono le descrizioni dei paesaggi e degli aspetti culturali del Botswana. Si parla delle diverse lingue, del cibo, della natura che circonda le città, della vita nei villaggi, degli animali, di come si svolge la vita quotidiana, e quasi pare di averli davanti. Per un/a lettore/rice che non ha avuto modo di visitarlo è un bel modo per scoprire un nuovo posto di cui si sente parlare poco.
Una seconda lettura a distanza di anni ha dato modo di capire quante cose sono cambiate.
Forse fino a qualche anno fa Jas e Fede accettavano certi ragionamenti e stereotipi con più tolleranza, mentre oggi il fastidio fa storcere il naso con più facilità.
Un esempio: la questione culturale. Sappiamo che in moltissimi paesi dell'Africa certi ragionamenti, proprio come in Europa, sono legati ad una determinata fascia d'età (quelle famose frasi: “Ai miei tempi...”), e che anche lì molto sta cambiando a livello sociale e rapidamente. Le tradizioni tanto esaltate immaginiamo siano legate ad un'epoca e ad un modo di vivere che oggi probabilmente non esiste più, come qui. E il fatto che siano messe in contrasto con il presente come qualcosa di negativo, come segno una perdita dell'identità culturale, beh... Sono discorsi che si sentono ovunque, ma che ad analizzarli non dicono nulla.
I ruoli uomo-donna così definiti e rigidi, un altro punto che crediamo stia cambiando. Le donne
in tutto il mondo oggi sono molto più indipendenti e cercano la propria
realizzazione personale e professionale. Certo le protagoniste sono
tutte donne che lavorano e ottengono ottimi risultati, ma questo
continuo riferimento al matrimonio come se ne completasse la vita...
Un po' forzato. Come dicevamo, sicuramente lo accettavamo per un immaginario stereotipato diffuso: per esempio Jas perché aveva un'idea del Botswana come l'Etiopia (e dell'Africa in generale) legata a quando ci era stata... molti anni prima! E no, nell'Etiopia odierna le donne non aspettano
tutte l'uomo giusto che le sposi, di questo ne è più che sicura!
E i giovani? Anche loro non ne escono molto bene. Sono descritti come dei perditempo, molto superficiali, e anche un po' stupidi. Certo, adolescenti furbi crediamo non ne esistano, è la natura di quel momento della vita (sì, tutte e tutti siamo stati delle/i c..retinette/i), ma un conto è parlarne come un passaggio, un conto è descriverlo come una condizione perenne, quasi le generazioni successive fossero perse e sicuramente peggiori delle precedenti.
Siamo convinte che per certi aspetti il punto di vista dell'autore influenzi molto le descrizioni dei rapporti tra i personaggi, del paesaggio un po' stereotipato.
Se si riesce a superare questi limiti è davvero un libro piacevole, che fa sorride, ispira fiducia nelle persone e fa ben sperare nell'umanità.
Passiamo alla colazione.
Quando abbiamo scelto questo libro era fine marzo ed essendo ad un passo dalla Pasqua, la colazione condivisa era ovvia! In quei giorni, mentre parlavamo del libro, sognavamo kg di cioccolata a forma di uovo! Va bene, forse non troppo salutare... Ma il tè è sempre una soluzione!
Quando abitavamo a due minuti di camminata, quanti litri di questa bevanda confortante e quante chiaccherate...aaaah, i bei tempi andati!
(Per i più curiosi, trovate un paio di spunti sul tè e sulle uova di cioccolato a fine articolo)
Ci sono dei libri che rileggendo a distanza di anni vi hanno provocato sorpresa o svelato qualcosa di nuovo?
Scriveteci!
Per saperne di più:
Le origine delle uova di Pasqua
https://www.guidatorino.com/uovo-pasqua-nato-torino/
Sul té
http://www.aictea.it/risorse/articoli.html
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