A colazione con... Ilaria - "La signora di Wildfell Hall" di Anne Bronte

 Con grande gioia, accogliamo il consiglio letterario di Ilaria! Jas l'ha conosciuta durante una breve (ma intensa!) esperienza lavorativa a Milano. Ed ecco una presentazione, a parole sue: 

Sono Ilaria, una giovane trentunenne che fa la copywriter freelance e ha una passione smodata per i libri, la corsa, la musica tamarra e il caffè. Abito a Villasanta (vicino al parco di Monza) con il mio ragazzo e nel primo lockdown ho creato una mini biblioteca fuori dal cancello di casa, per condividere con tutti i miei libri - e grazie a questo ho conosciuti i miei vicini. 

Nel secondo lockdonw ho dato il via ad un gruppo di lettura, il Club del Libro, che si riunisce ogni giovedì per condividere le emozioni e i pensieri dei libri che leggiamo insieme a tappe. Le "iscrizioni" sono sempre aperte al club, basta scriverci sulla pagina Instagram @ilclubdellibro.theclubbers

Leggere è bello, ma leggere insieme lo è ancora di più. 



La signora di Wildfell Hall: un classico che parla di ogni donna

“Rappresentare un male nella sua luce meno cruda è senza dubbio la via più accettabile da seguire per un autore di romanzi: ma siamo sicuri che sia anche la più onesta? La più sicura?"

“Ogni romanzo è, o dovrebbe essere scritto affinché lo leggano uomini e donne, e non riesco proprio ad immaginare come potrebbe permettersi un uomo di scrivere qualcosa di davvero vergognoso per una donna, o perché una donna dovrebbe essere censurata per aver scritto qualcosa di decoroso e appropriato per un uomo."

Anne Brontë ci accoglie così nella prefazione alla seconda edizione de La Signora di Wildfell Hall, con queste prese di posizioni fortissime su due temi: il realismo nella letteratura e la disparità di genere in letteratura. Ma chi è Anne? E perché tutti leggiamo Cime Tempestose e Jane Eyre (scritti dalle sue sorelle Emily e Charlotte) e non questo romanzo?

Chi era Anne Brontë

(Thornton, 17 gennaio 1820 – Scarborough, 28 maggio 1849)

A differenza delle sue sorelle sempre molto pudiche nella scrittura, Anne è meno conosciuto ed è stata meno apprezzata dalla critica perché le sue storie parlano di temi complicati e di solito insabbiati come i matrimoni infelici, il tradimento e l’alcolismo. La stessa sorella Charlotte, che faceva la sua agente letteraria, aveva dichiarato il suo disaccordo ad Anne.

Le sorelle Brontë hanno vissuto una vita molto faticosa, senza madre, con un fratello alcolizzato e con la tubercolosi che le ha inseguite fino ad ucciderle. Anne era l’ultima di sei figli ed è sempre stata la sorella diversa, più ribelle. Fu l’unica a non morire a casa ma sulla costa di Scarborough - dove aveva ambientato i suoi romanzi e dove avrebbe dovuto curare la forma di tubercolosi che la affliggeva. Aveva 29 anni.

La signora di Wildfell Hall

Il romanzo racconta la storia della signora di Wildfell Hall, Helen Graham, una donna misteriosa che all’inizio della storia vive nella sua tenuta di Wildfell Hall da sola con il figlio. Non si sa nulla di lei, se non che non si separa mai dal figlio, non ama stare in società e si mantiene fra sola facendo la pittrice. Si dice che il marito sia morto.

Noi lettori entriamo nella vicenda con il punto di vista di un uomo, Gilbert, che è dapprima infastidito e poi sempre più interessato alla signora. Gilbert racconta le vicende ad un amico con delle lettere, che rappresentano tutta la prima parte. Si arriva ad un momento di tensione massima in cui sta per succedere l’irreparabile ma la voce passa ad Helen, che comincia un flashback in cui racconta la storia in prima persona, attraverso il suo diario che consegna a Gilbert da leggere.

Nella terza parte del romanzo ritorneremo nel punto di vista di Gilbert, che riprenderà la narrazione da dove l’aveva interrotta e ci condurrà al finale.

La forza di questo romanzo

  1. I punti di vista

Il narratore è uomo e donna: in tutto il romanzo noi siamo sia Gilbert che Helen, che scrivendo in prima persona nelle lettere e nel diario ci portano nella loro testa e nel loro cuore.

Incredibile che una ragazza come Anne che non si è mai sposata riesca a raccontare così bene le dinamiche delle relazioni e descrivere la curva di un amore.

Trama, intreccio e rappresentazione delle situazioni sono avvincenti - anche se ci sono delle parti della vicenda più lente e pesanti di altre. Il finale ha un crescendo simile alle serie tv che porta il lettore a divorare gli ultimi capitoli per capire se ci sarà o meno il lieto fine.

  1. Il realismo

Come annunciato nella prefazione, Anne desidera rappresentare il male così com’è affinché tutti possano trarne un insegnamento. Lo fa perché profondamente che tutti possano salvarsi da se stessi, se lo vogliono - e nel romanzo ci sono dei personaggi che lo fanno. Anne il coraggio di denunciare la superficialità del matrimonio, i tradimenti e le relazioni di comodo così diffusi nella Londra dell’Ottocento, insieme alla posizione delle donne che dovevano essere scelte come le mucche alle sagre di paese e potevano solo sperare di redimere i loro mariti.

E la sua eroina, Helen, in un mondo così ha il coraggio di scappare e anteporre il bene del figlio al suo onore o dovere.

  1. Emozioni e dialoghi

È un libro che suscita emozioni forti nel lettore: rabbia e fastidio, compassione, speranza, paura (che la situazione torni com’era), gioia, sollievo, tenerezza e riso.

Tante situazioni sono descritte cinematograficamente e alcune scene sono descritte così bene sia a livello di emozioni che di spostamenti e di ambiente che sembra proprio di essere lì.

Il libro è fitto di dialoghi che sono scritti magistralmente: sono naturali, mai pesanti, e sembrano quasi il copione di uno spettacolo o di un film.

    4. I temi

Il romanzo è percorso da alcuni temi, che però vengono trattati in maniera originale e che fa riflettere.

RELIGIONE: Helen è una donna religiosa ed espia fino in fondo la sua leggerezza di gioventù

PERSEVERANZA: sia Huntington (il marito di Helen) che Helen sono simili nella capacità di perseverare - solo che lui sceglie “il peccato” dell’egoismo prima ancora che dell’alcolismo mentre lei la generosità del prendersi cura e la salvezza del dovere e della religione.

DONNA ANGELICATA: lei cerca di salvarlo e pensa lei stessa di essere salvifica e per questo la sua caduta è ancora più dura

PRAGMATISMO: Helen non è una donna che si lascia divorare dall’amore (come Jane Eyre) ma una donna pratica, che pensa al bene di suo figlio prima che a quello di se stessa

LE COLPE DEI PADRI CHE RICADONO SUI FIGLI: l’impegno costante di Helen è nell’educazione di suo figlio, affinché non prenda la stessa strada del padre

Perché l’ho amato?

Helen è il nostro personaggio.

Non solo perché è il protagonista del libro ma perché ci racconta la storia dell’evoluzione di ogni donna: da crocerossina convinta, ad amante appassionata, a donna che vede i difetti del marito e prova a perdonarli e ad aiutarlo, a donna ferita dal tradimento ma che non si lascia andare a nessuna bassezza, a mamma-leonessa che difende il suo cucciolo dalla possibilità di diventare come il padre, a moglie che rispetta il suo dovere coniugale, a donna che alla fine lascia entrare un nuovo amore che ha la pazienza di aspettarla.

L’evoluzione di Helen ci è sembrata un’involuzione, ma forse è quel mutamento che segue lo schema classicissimo di tesi-antitesti-sintesi: nella sintesi c’è il compromesso, un passo indietro verso il marito ma per avere la coscienza libera di spiccare dopo il volo.

Per quanto sia un personaggio moderno, in realtà resta intrappolata in alcune dinamiche dell’epoca, che ce la fanno amare ancora di più - se fosse stata troppo libertina probabilmente sarebbe stato un personaggio irrealistico a cui non ci saremmo affezionate.

Tutti i personaggi sono sviluppati, i dialoghi magnifici e naturalissimi. Manca la descrizione degli abiti e degli oggetti, perfettamente sostituite da quelle dei luoghi.

Le descrizioni dei paesaggi creano quel mondo naturale in cui camminiamo anche noi e ci immergiamo con Helen e Gilbert: la campagna, le città, il mare, il vento, la pioggia. Tutti i movimenti e le relazioni sono giuste per ogni personaggio, vengono dal cuore delle sue convinzioni, e per questo che leggendolo abbiamo l’impressione di leggere una storia vera.

Helen fa un errore di gioventù, vive una relazione tossica che è quella che vivono molte donne anche oggi, ma ha il coraggio di andare via per difendere suo figlio. Poi però ha il coraggio di tornare nella tana del lupo, per compiere il suo dovere fino alla fine e assistere l’uomo che aveva amato e liberarsi. E cominciare una nuova vita.

E infine ha il coraggio supremo: non rinunciare alla felicità che l’amore porta, aprendosi ad un nuovo inizio.

P.S. Quello che ho in questa recensione è anche frutto della discussione e scambio di pensieri con i Clubber del Club del Libro. Insieme affrontiamo la letteratura con una marcia in più grazie alla formazione, sensibilità e inclinazione di ognuno di noi.


La colazione

Per l'occasione ho scelto un cappuccio alla cannella (anche se di solito prediligo il cacao), per onorare Jas e il suo amore per la cannella. E devo dire che mi è piaciuto molto!


Per saperne di più:

Il club del libro - the clubbers su IG:

https://www.instagram.com/clubdellibro.theclubbers/

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