Simona, l'ospite di oggi, ci riporta di nuovo in Giappone! La cultura nipponica è davvero popolare, ed effettivamente ci siamo conosciute proprio per questo comune interesse (Fede).
Ma Simona Corrà è da sempre appassionata del Paese del Sole Levante, negli anni ha creato GiapponeMania®️ di cui è CEO, è diventata Jikiden Reiki Shihan, ed è diplomata in Lingua e Cultura Giapponese all'IsIAO di Milano!
Lasciamo che lei stessa ci guidi alla scoperta del Giappone attraverso le pagine di questo libro dolcissimo.
Il racconto inizia con una tragica notizia: la Strega dell’Ovest è morta.
È così che la nonna di Mai era stata soprannominata dalla figlia, molto
probabilmente per quel sorrisetto che era solita fare.
Ritornando nella casa della nonna materna per darle l’estremo saluto, Mai rivive i
momenti trascorsi insieme alla nonna, in particolare ripensa all’estate di due anni
prima.
All’inizio di quell’estate, Mai aveva 12 anni, viveva con la mamma in città e da poco
aveva iniziato la scuola media. Il papà viveva già da alcuni mesi in un’altra città per
lavoro. Fu allora che Mai decise di non voler più andare a scuola e, nonostante
fosse appena guarita dall’asma di cui soffriva, la mamma decise di assecondarla
senza fare domande, dicendole però che sarebbe stato meglio per lei trascorre un
pò di tempo a casa della nonna materna, in montagna. Così la mamma, in accordo
col marito, accompagnò Mai dalla nonna che l’accolse molto volentieri.
La nonna di Mai era inglese, si era trasferita in Giappone quando era giovane per
lavorare come insegnante d’inglese in una scuola dove conobbe il suo futuro
marito, il nonno di Mai. Parlava bene il giapponese quanto una madrelingua e
anche il suo stile di vita, casalingo e in stretto contatto con la natura, sembrava
quello di una giapponese d’altri tempi.
Mai inizialmente si mostra essere una ragazzina fragile, introversa, svogliata e con
poca autostima. Nonostante questo, la nonna considera la nipote alla sua pari e
addirittura le svela un segreto: lei è una strega e può insegnare a Mai come
diventarlo, a patto però che dimostri forza di volontà, che non si faccia turbare da
niente e da nessuno e che prenda ogni decisione da sola.
Mai accetta l’addestramento della nonna svegliandosi presto al mattino e andando
presto a dormire la sera, aiutando nei lavori domestici prima di pranzo e svolgendo
lo studio scolastico nel pomeriggio. Mai fu anche rincuorata da come la nonna
concepiva la vita dopo la morte, contrariamente alla visione razionale del papà,
che l’aveva molto turbata. Si sforza inoltre di superare l’ostilità che prova verso
Genji, il vicino di casa della nonna.
L’estate scorre tranquilla e serena, iniziando ogni giornata in cucina con uova,
bacon, tè nero con latte caldo per colazione, e concludendosi la sera coricandosi
nei futon con le lenzuola fresche al profumo di lavanda.
Dopo un episodio nel pollaio che scosse Mai, il papà decise di andarla a trovare
dalla nonna dandole inoltre la notizia che avrebbe voluto portare lei e la mamma
nella città in cui lavorava per riunire definitivamente la famiglia. Mai disse di essere
d’accordo e così la mamma arrivò a prenderla ma, a seguito di un diverbio con la
nonna, Mai si congedò da lei in malo modo e non certo come avrebbe voluto.
Nonostante ciò, Mai continuò a vivere secondo i principi dell’addestramento e
iniziò una nuova vita nella città di T. con l’unica sofferenza di non aver detto per
l’ultima volta “Nonna ti voglio bene”.
Di primo acchito, il racconto porta alla memoria il bellissimo anime “La città
incantata” di Hayao Miyazaki. Tante sono le analogie: Chihiro, la protagonista
dell’anime, è una ragazzina svogliata, viziata e insofferente che, tramite la
disciplina e la forza di volontà, compie un arduo percorso di maturazione; incontra
sul suo cammino due nonnine streghe: una buona, proprio come la nonna di Mai, e
una in apparenza cattiva, come il personaggio di Genji. Anche Mai impara a
credere in se stessa, a lavorare sodo e a prendere da sola ogni decisione con
determinazione (nell’anime, l’ultima decisione di Chihiro è fondamentale).
Entrambe le protagoniste entrano in un mondo provvisorio (le terme degli spiriti per
Chihiro e la montagna per Mai) dove lo scorrere del tempo è scandito solo dal
sorgere e dal tramontare del sole. Inoltre, entrambi i racconti sono impregnati di
concetti shintoisti e buddhisti, anche se con proporzioni diverse.
Nel romanzo si tocca l’argomento della morte che nella cultura giapponese è di
“competenza” del Buddhismo:
«Io credo che le persone possiedano una cosa chiamata anima. Gli esseri umani
sono fatti di corpo e di anima. Nemmeno io so da dove venga l’anima, anche se ci
sono varie tesi. Però, anche se il corpo l’accompagna dalla nascita alla morte,
l’anima deve continuare un lungo viaggio. L’anima esiste da molto prima di
dimorare nel corpo appena nato di un bambino, e deve proseguire il suo viaggio
anche dopo che ha lasciato un corpo logorato da anni. Penso che morire significhi
che l’anima lascia il corpo a cui è stata legata per molto tempo e ritorna libera.
Sono sicura sia una bella sensazione che rende felici.» spiega la nonna di Mai.
«Scegliere una strada ignota e seguirla non è affatto facile, bisogna che la forza
fisica e quella spirituale abbiano trovato un equilibrio. A volte bisogna andare
avanti pur sapendo di non averlo ancora raggiunto perché non si hanno alternative.
Il tempo scorre senza pietà.»
E ancora: «Devi ripeterti che, qualunque cosa accada, “non è una ferita mortale”.
In questo modo, anche se in quel momento non ti sembrerà, da qualche parte nel
tuo corpo e nella tua mente, nascerà il seme di una nuova forza vitale che
germoglierà con vigore.»
L’interesse dell’autrice per le religioni tradizionali lo si nota anche nell’amore e nel
rispetto per la natura, gli animali, il clima, le stagioni, tipici della religione Shintō, il
tutto arricchito da una minuziosa descrizione di piante, fiori e alberi, altra passione
dell’autrice. Diversamente dal concetto occidentale di “spirituale”, nella cultura
giapponese lo spirito non è una cosa a sé stante, ma fa parte della natura, lo si
ritrova ovunque, sia in un essere umano che in un piccolo fiore o un grande albero
le cui fronde sobillano nel vento come se parlassero.
La protagonista si incammina in un percorso di crescita personale, che la pone in
una nuova dimensione sia rispetto le altre persone, sia rispetto l’ambiente
circostante. Acquisisce una maggiore consapevolezza di sé e della vita stessa,
maggior rispetto verso gli altri e finalmente si sente libera di poter scegliere
secondo le proprie convinzioni e non quelle degli altri.
Concludendo, la nonna di Mai era veramente una strega o era solo un espediente
per catturare l’attenzione della nipote e poterla aiutare? Non vi resta altro che
leggere il libro, consigliato sia ad adulti che ragazzi!
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