Eccoci con un altro libro di crescita personale.
Ancora Fede?? Ebbene sì, continuo a cercare. Sono sicura non esista quell’ unico libro, quell’ unico consiglio, quell’ unica conversazione in grado di cambiarmi la vita, ma posso raccogliere per strada gli strumenti utili
quando li trovo.
Questo libro mi è stato regalato in un momento di
difficoltà, anzi devo correggermi, ho capito che io sono sempre in crisi, nel senso
che sono sempre alla ricerca di soluzioni a domande che non smetterò mai di
pormi. La persona che me l’ha regalato non l’aveva nemmeno letto, ma ha
valutato bene. A chi capita di regalare ad altri libri non letti per fiducia o
intuito? Io, lo ritengo un atto di scoperta.
Il libro che vi consiglio oggi è “Chi ha spostato il mio formaggio”
di Spencer Johnson. Non sapevo
chi fosse, ma effettivamente non è un quacchero qualunque, riporto
direttamente dal suo sito: B.A. degree in
Psychology from the University of Southern California, an M.D. degree from the Royal College of Surgeons,
and medical clerkships at The Mayo Clinic
and Harvard Medical School. He has served as Research Physician
at the Institute for Interdisciplinary Studies; Leadership Fellow at the Harvard Business School; and Adviser to
The Center for Public Leadership at Harvard’s
Kennedy School of Government.
Ha scritto numerosi altri libri sempre in forma di parabola
che hanno avuto ampia diffusione, ma non è questo che per me è importante.
E’ un libro piccolo piccolo, ma denso denso.
Anziché essere un saggio o un manuale con tecniche pratiche da
applicare, è una fiaba, con quattro modelli di personaggi in cui identificarsi:
due topolini, più istintivi e portati al movimento in maniera differente, due gnomi,
più vicini all’ essere umano, legati al ragionamento con una spinta al
cambiamento più lenta, comunque diversi tra loro.
Cos’è il formaggio in senso fisico? Per i personaggi è
effettivamente quello di cui hanno bisogno per vivere, ma questo
giorno per giorno diminuisce, fino a quando non scompare del tutto dal Magazzino
in cui erano sempre sicuri di trovarlo. Ciò li costringe ad una scelta:
avventurarsi o no, nel Labirinto per trovarne altro? Aspettare che ritorni da solo?
Cos’è il formaggio in senso metaforico? La parola successo
mi rievoca il Crozza che sbiascica: “Una vita soooooogno” parodiando
Briatore. Non è questo, non è del successo in termini di riconoscimento sociale
che parlo. Ognuno di noi saprà in maniera più o meno conscia che gusto ha il
formaggio che va cercando nel proprio Labirinto. Per qualcuno sarà avere un’attività in proprio, per
altri una famiglia, per qualcun altro ancora anche solo alzarsi dal letto o
superare dei momenti difficili. Ciascuno di noi lo sa in fondo (altrimenti può essere il momento giusto per riconoscerlo).
Quindi, abbiamo il formaggio scomparso, abbiamo i personaggi
che agiscono, anzi reagiscono in maniera differente. I topolini cominciano a mettersi
alla ricerca esplorando il Labirinto, la struttura in cui si svolge la
storia, fatta di magazzini (forse) pieni di formaggio, i due gnomi si fossilizzano in ragionamenti, si arrabbiano per l'ingiustizia subita, sempre fermi.
Le conseguenze le potete immaginare.
Non è diviso
in capitoli, ma è un flusso continuo; a spezzarlo ci sono le prese di coscienza
dei personaggi condensate in piccole frasi.
Ripeto, non ci sono tecniche per, ma prese di coscienza: sta a noi analizzare
che impatto hanno le frasi che si incontrano.
Quella che più mi ha colpito:
Cosa faresti se non avessi paura?
Quali sono i confini in cui si muovono le nostre azioni? I
confini sono disegnati dalla paura? Quante volte non agiamo per la paura o agiamo diversamente da quello che sappiamo essere giusto, ovvero quell’azione
che ci può avvicinare ai nostri obiettivi?
E allora, se quelle paure le
liberassimo, se le dissolvessimo, cosa faremmo davvero?
Ogni volta che devo prendere una
decisione e mi sento incapace di agire, mi fermo un attimo e immagino di
lasciare fisicamente cadere a terra le paure (paura di sbagliare, delle
responsabilità, di essere criticata ecc).
Ora posso decidere la direzione, quello che arriva lo affronterò (responsabilità, critiche).
La domanda fondamentale è non tanto chi ha spostato il mio formaggio, ma ancora prima: è sparito il formaggio, cosa faccio? Come reagisco? Sappiamo che ci sono eventi che non possiamo scegliere (che ne so, una pandemia, per dirne una), allora quello che conta è la nostra capacità di reazione.
Magari è ancora presto per pensarci, ma come avete agito o reagito in questa situazione di blocco generale del mondo?
Passiamo alla mia parte preferita!
La colazione è ancora una colazione da quarantena, ottima
comunque XD
Pancake con fragole scontate dell’Esselunga, quasi morte, salvate tagliandole a pezzettini e mettendole sopra un lettino di
ricotta, condite con mentuccia immortale che mi porto dietro da Torino.
I pancake mi vengono sempre delle suole, (sbaglio ricetta, consigliatemene una!!) ma questa volta siccome non avevo né latte, né yogurt ho messo nell'impasto della ricotta e un po' d' acqua, super morbidi, esperimento riuscito!
Il kiwi era solo lì per dare colore, come sempre. C'era anche del te' verde giapponese, ottimo!
Che dire, le lunghe colazioni di questo periodo mi mancheranno, nonostante tutto!
Per chi volesse conoscere meglio questo autore:
http://spencerjohnson.com/about-the-author/about-spencer-johnson-md/
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