Questa volta in biblioteca ho trovato un piccolo gioiello: "Denti bianchi", di Zadie Smith, nota scrittrice britannica contemporanea.
Sto
scoprendo, a leggere questi autori contemporanei, che raccontano
storie vicine al nostro vissuto, al nostro quotidiano. E la
sensazione di riuscire a rispecchiarsi in una storia, di ritrovare un
po' di sé nei protagonisti e nei loro problemi è in qualche modo
terapeutico. Aiuta a riconoscersi e a capirci un po' di più.
In questo libro l'autrice racconta una saga
famigliare, che inizia negli anni 70' e arriva sino agli anni 90', in
Inghilterra: i protagonisti sono due amici, reduci di guerra,
l'inglese Archie Jones e il bengalese Samad Iqbal. I due passano la
maggior parte del tempo libero insieme in un pub molto particolare,
nel frattempo conoscono e sposano due donne molto particolari, Clara per Archie e Alsana per Samad, che daranno loro dei figli (rispettivamente una bambina, Irie, e i gemelli Millat e Magid) e la storia si svilupperà intorno alle due famiglie, ai problemi dei
singoli individui, di integrazione, di comunicazione, di
comprensione, generazionali: soprattutto riesce a descrivere i disagi
di tutte le generazioni coinvolte, la perdita di punti di riferimento
legati alle tradizioni e l'alienazione, il senso di spaesamento di
chi nasce in un luogo ma non sente di appartenervi del tutto, non si
rispecchia, manca qualcosa. Un racconto fantastico sulla complessità
dell'identità ci rivela che non siamo solo carne o pesce.
In un continuo susseguirsi di vicende e
flashback l'intreccio si stringe fino ad un epilogo, assurdo quanto
fantastico, che lascia col fiato sospeso.
Tutto il romanzo (più di 500 pagine) è
avvincente, entusiasmante, molto divertente e intriso di ironia.
Zadie Smith riesce ad analizzare in modo chiaro e senza pregiudizi
persone, scelte, pensieri, azioni in un crescendo che non perde mai
il tono. Vi innamorerete di questo libro!
Per una lettura di questo tipo, ci
vuole un locale dove ti senti il benvenuto e non importa chi sei e
cosa fai: il Pai Bikery è proprio così! Un posto molto alla mano
ma allo stesso tempo ben curato e ben gestito. Si trova sopo la Dora, a Torino, in una zona che ha visto un grande rilancio sociale ed economico negli ultimi anni (tant'è che si sta trasformando nella nuova zona della movida torinese, grazie anche alla presenza del nuovo campus universitario sulle rive del fiume).
Locale piccolino, presenta un arredo
molto caratteristico, fatto di pezzi di riciclo personalizzati e
rivisitati, di libri, poster, biciclette e accessori, colori chiari e caldi, sofà e sedie
recuperate. In parte potrebbe ricordare certe case da studenti, dove
molti oggetti trovano nuova vita dopo essere stati recuperati in
giro... ma a un livello superiore.
I ragazzi che ci lavorano sono ottimi
cuochi: qualunque cosa prendiate, che sia dolce o salata, vi piacerà
da impazzire!
E' una cucina casalinga che combina
gusti e ingredienti da tutto il mondo, seguendo la stagionalità dei
prodotti e la loro fantasia (quindi è pure sano e salutare! Insomma,
se volete mangiare di gusto e bene questo è il posto giusto!).
Super consigliato (come è consigliata
la prenotazione) il ricchissimo brunch nei fine settimana.
La mia visita ha previsto un caffè
americano e un muffin all'arancia. Alcune precisazioni: come dicono
alcune care amiche, sono una gran rompina per il caffè e il Pai Bikery è uno dei pochi posti dove prendo questa preparazione, quindi fidatevi!
Il muffin all'arancia (come tutti gli
altri dolci)... ma che ve lo dico a fare! Andate a provarlo!
Ultima nota: per gli amanti della bici,
è anche ciclofficina.
Per saperne di più:
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