Recensione a quattro mani: Abi Daré e La ladra di parole

Questo mese abbiamo deciso di dare spazio a un'autrice che ci è piaciuta molto e al suo primo libro: Abi Daré. L'abbiamo incontrata al Salone del Libro di Torino di quest'anno: ci ha incantate con la sua gentilezza, la sua determinazione, la sua voglia di dare un contributo per cambiare il mondo.



Il suo primo libro s'intitola "La ladra di parole": non si tratta della traduzione letterale (il titolo originale infatti è "The girl with the louding voice"), ma di una scelta della Editrice Nord che ne ha curato la pubblicazione in Italia. In entrambi i titoli si pone l'attenzione a due punti importanti della storia: avere una voce forte, che si senta (e quindi esistere) e l'appropriarsi delle parole di una lingua per poter crescere e migliorare la propria vita.

Quello che è ora un best seller nasce inizialmente per Abi Darè come il componimento finale di un master. Infatti, quando scrive non ha inizialmente un tipo di pubblico in mente, ma l'esigenza di raccontare questa storia e dare una voce a chi non l'ha,  la spinge a proseguire con la stesura.

Il libro, ambientato in Nigeria nel 2014, racconta la storia di Adunni, una ragazzina che a causa della morte della madre è costretta dal padre a lasciare la scuola e a sposarsi a 14 anni con un uomo più grande di lei. Il futuro marito, del suo stesso villaggio, ha già due mogli, con le quali Adunni instaurerà rapporti molto diversi, una ostile e l'altra quasi una sorella maggiore. La situazione cambierà ancora, e la protagonista si troverà a Lagos, la grande città, immersa tra caos e sprechi... Il filo conduttore di tutte le vicende sarà l'inglese, una lingua che lei non parla correttamente ma che desidera fare sua.

Durante il suo intervento, Abi Daré ha spiegato molte scelte che ha fatto per costruire la storia e il personaggio di Adunni, come ad esempio il cambiamento linguistico lungo tutto il libro nei discorsi della ragazzina. È stato molto interessante (e stimolante per chi ama le lingue) scoprire come ha costruito il linguaggio della protagonista, mescolando il modo di parlare di sua figlia piccola, il broken English, il pidgin e lingue come lo Yoruba

Il libro tocca temi importanti, come lo sfruttamento minorile, la violenza sulle donne in tutte le sue sfaccettature, i pregiudizi e le credenze popolari dovuti alla mancanza d'istruzione ed è difficile riassumere tutti i messaggi che passano in poche righe.

Un punto importante che la scrittrice ha sottolineato durante la presentazione, ma lo si può cogliere anche durante la lettura, è che la protagonista - come molti suoi compaesani - pensa inizialmente che parlare un buon inglese le avrebbe consentito di aprire cancelli diversi, dietro i quali si nascondono mondi meravigliosi. Se questo è vero in parte, ad un certo punto Adunni prenderà coscienza che una lingua è solo una lingua, un mezzo, e l'inglese vale quanto lo Yoruba: questo non garantisce caratteristiche positive, intelligenza o bontà d'animo a chi la parla.

Un'ultima curiosità: quasi tutti i capitoli sono aperti da un "fatto" sulla Nigeria, tratto appunto da "Il libro dei fatti: Nigeria tra passato e presente, quinta edizione 2014", uno dei libri che Adunni consulterà durante le sue giornate di lavoro per poter migliorare il suo inglese, conoscere il suo Paese e capirne la realtà. Questo espediente permette anche a chi legge di scoprire la Nigeria e alcuni suoi aspetti sociali e culturali insieme alla protagonista.

Per la colazione avremmo potuto fare una ricerca sui piatti tradizionali nigeriani e scoprirne le prelibatezze, ma viste le tematiche toccate dall'autrice  - le violenze subite dalla protagonista, la sua fame di cibo e di conoscenza - abbiamo pensato che fosse giusto pensare a tutte le ragazze e le donne che vivono situazioni di sfruttamento, di violenza psicologica, fisica, di dipendenza economica. Donne che non sono libere di esprimersi, di essere ciò che vorrebbero, di realizzare i loro sogni e progetti, che devono lottare per poterci riuscire, come Adunni.

Ed ecco che allora la nostra colazione, questo novembre, è un piatto vuoto

Vogliamo concludere dicendo che anche noi  aspettiamo il seguito di questa storia, come la madre dell'autrice a cui è dedicato il libro: vogliamo sentire la voce forte di Adunni diventata giovane donna, parlare per sé e per tutte/i coloro che non possono.


Un ringraziamento speciale alla traduttrice italiana Elisa Banfi che ci ha dedicato il suo tempo per raccontarci l'esperienza nel tradurre questo libro, e le difficoltà di riportare in italiano la voce, i pensieri e le espressioni di Adunni.


Per saperne di più:

https://www.editricenord.it/libro/abi-dare-la-ladra-di-parole-9788842932932.html

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