A colazione con Fede - "Questo immenso non sapere" di Chandra Livia Candiani

Chandra Livia Candiani.
Questo immenso non sapere. 
 
Trattasi di un’autrice sconosciuta.
 
A me soltanto. 
 
Una volta che ho cominciato a chiedere alle persone, o meglio ad un certo tipo di persona, se la conoscessero, è venuto fuori che ovviamente sì la conoscevano. Le mie scoperte tardive. 
 

 
Carolina Capria sul suo account Instagram “Lhascrittounafemmina” legge poesie o stralci di libri quasi ogni giorno. Ascoltando la lettura di “Questo immenso non sapere”, mi ci sono subito ritrovata. Ebbene, ho rinunciato alla biblioteca per il gusto del possesso, parte del bottino del Salone del Libro di Torino di quest’anno. L’ho sottolineato e ho fatto orecchie, l’ho vissuto.
 Riporto il brano: 
 
“Ho capito di essere una persona abbandonabile. Non nel senso che non posso evitare l’abbandono, che mi è ovvio fin da bambina. Ma che lo considero una possibilità imminente e talvolta auspicabile. Un tempo pensavo di essere una che abbandona facilmente. Ora so che, anche se con dolore, sono abbandonabile. Voglio dire che quando sento che non ci sono le condizioni per incontrarsi davvero, per intendersi senza troppa fatica, <<abbandonami>> è un invito liberante. Non è obbligatorio tenermi, frequentarmi è facoltativo. E questo dà molta leggerezza e grazia all’incontro.” 
 
 
 
 
Forse non è un libro che può arrivare a tutte/i, temo di non essere in grado di trasmettere al meglio la sua forza. E’ un libro che rappresenta per me una stanza calma e tiepida, mi invita a sedermi e a restare. Le sue parole a volte calde, a volte crude ma mi fanno sentire accolta. , giusta così come sono. Talvolta provo inquietudine, per questo incessante scavare dentro. Quando è troppo, devo smettere e uscire dalla stanza, e va bene anche così. 
 
 
 
 Come ad esempio:
 “Chi crede di essere buono è pericoloso. Solo conoscere la propria capacità di nuocere e addestrarsi a non esercitarla può far accedere alla bontà fondamentale, o intelligenza del cuore.”
Da frasi come queste nascono epifanie personali e riflessioni.
 
Meditazione e buddhismo sono una parte fondamentale di queste pagine, sono digiuna di una e dell’altro, per cui non posso accedere totalmente ai significati. 
 
Ancora, non ho spiegato nulla, però. E’ un libro, ma non è un romanzo, non è una raccolta di poesie, non è un saggio, è un percorso apparentemente disordinato, come dice l’autrice, ma gli argomenti sono legati, accomunati per vicinanza da parole chiave. Potreste tenerlo sul comodino e leggerne qualche pagina, farvi accompagnare. 
 
A proposito di compagnia, la mia colazione, se possiamo definirla così, l’ho fatta insieme ad un’amica che vive a Torino, con la quale riusciamo a ritagliarci dei momenti insieme, programmandoli con largo anticipo. Ovviamente le ho parlato di questo testo e per un momento l’ho vista rapita mentre leggeva qualche riga. La felicità della condivisione. 
 
 
 
Siamo andate da “Kintsugi tea and cakes” in un giorno infrasettimanale, per cui molto tranquillo, ma abbiamo prenotato per sicurezza. Aprendo alle 12 è stata una colazione/pranzo. Una piadina con impasto al te’ matcha, ripiena di melanzana, pomodori secchi e crema di edamame. Squisita e soddisfacente! 
 
 
Ovviamente non potevamo rinunciare ai dolci, un mochi, e una morbida foglia verde caduta su una terra di cioccolato, innaffiata da una pioggia di caramello. Abbiamo accompagnato il tutto con una teiera di te hojicha. E’ stata una bella esperienza. 
 

Non ho provato nostalgia del Giappone, nè l'impressione di esserci tornata, semplicemente è un posto bello, curato, senza pretese di emulazione, sinceramente ispirato.
 
A Milano non c’è un posto così, Torino mantiene il primato nel mio cuore. 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Per farsi un’idea di Chandra Livia Candiani, di cui non ho raccontato nulla, perché anche io la sto scoprendo ora.  
 
Il meraviglioso Kintsugi tea and cakes di Torino 
 
Carolina Capria di Lhascrittounafemmina, che con il suo approccio calmo ma tenace mi conquista ad ogni storia:
 

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