A colazione con... Giada - "Cambiare l'acqua ai fiori" di Valérie Perrin

Arriva una nuova attesissima recensione!! Qui ci stiamo giocando la carta parente! Nelle nostre imprese personali amicə e parentə si prestano con passione al blog! Oggi abbiamo Giada, la sorella di Jas, che con la sua recensione ci spinge ad allungare la nostra lista dei "Voglio leggere".
 

La forza dell’amore, del dolore, della morte. La bellezza della vita.
Questo è "Cambiare l’acqua ai fiori". 
 
È arrivato quel momento lì. Quello delle copertine, delle tisanine, delle foglioline ingiallite. Quello dove la colazione, che per me è già un momento fondamentale della giornata, diventa ancora più importante. Perché se d’estate il profumo del caffè è preludio di una lunga e assolata giornata di attività, d’autunno diventa la prima coccola. Quella che ti convince a lasciare il piumone mezzastagione per dirigersi verso le giornate più brevi, vagamente assonnate, cariche di colori nuovi. 
 Ed è così che inauguro questa stagione: con una bella colazione delivery di Starbucks. Lo so che i più storceranno il naso di fronte a questo nome, ma il lockdown ha messo in discussione le mie certezze sui bar di fiducia, e ho deciso di cogliere questo terremoto come un’opportunità per scoprire nuovi stili e gusti. E vi dirò: ho fatto bene! Una tazzona di cappuccino degna delle migliori serie americane, un cookie croccante e morbido come vuole la tradizione, un pain au chocolat perchè il tocco europeo non fa mai male e per finire, un delizioso centrifugato per dare la carica giusta alla prima giornata fredda del dopo estate. Non poteva mancare un buon libro, una buona playlist chill ed un gatto ciccione a completare questo quadro idilliaco.
 

Così, sorseggiando un cappuccino a base di caffè Starbucks (lo so, non è Vergnano... ma ehi! Ci sanno fare questi ragazzi), ho finito quello che definisco senza mezzi termini, uno dei migliori libri che mi sia capitato tra le mani. Sicuramente, la situazione colazione così vicina a quella della protagonista, mi ha reso molto empatica verso questa storia... ma è obiettivo che Cambiare l’acqua ai fiori si meriti* tutti i premi che ha vinto. 

Violette, questo il nome della protagonista, è una donna che vive in un paesino francese. Nulla a che vedere con il clichè parigino o la vie en rose: è guardiana di un cimitero, si occupa della pulizia delle tombe e dei fiori, dei gatti che popolano il luogo e di un bellissimo orto adiacente alla sua casa da guardiana. È riservata, semplice, tranquilla. Una donna comune, si direbbe, se non per qualche particolarità: come quella di tenere un registro dei discorsi alle veglie funebri, delle tisane homemade capaci di scaldare i cuori dei vari passanti (vedove, vedovi, orfani) e di una malinconia malcelata che non passa inosservata ai suoi amici del posto.
Una donna comune, in una vita come tante.

Finchè alla sua porta non si presenta un detective di Marsiglia, alla ricerca della tomba di sua madre. È la chiamata all’azione, per Violette, che da quel momento si troverà a rivivere ed affrontare un passato violento, sofferto, fatto di scelte sbagliata e di un universo che non ha risparmiato nulla sul dolore. Violette ci racconta la sua storia in prima persona, unendo flashback al presente, intrecciando emozioni, riflessioni e fatti in un turbinio che travolge il cuore del lettore. 
È la storia di un amore materno, di un amore paterno, di un amore tra amanti che non hanno potuto vivere il loro sentimento
È una storia estremamente semplice, estremamente comune. Forse per questo è inevitabile immedesimarsi, sentire sulla pelle le lacrime di Violette quando racconta di Leonine, perdonare il marito Philippe quando, finalmente, è lui a prendere la parola e risolvere tanti enigmi, giustificare tutti i suoi passi falsi. Sperare, davvero sperare, che il detective riesca a rianimare un cuore in fin di vita. Il cuore di Violette. Sentire la bellezza del Mediterraneo, il suo potere di Fenice: l’acqua come ritorno alla vita. 

C’è un’enorme potenza in questo libro, una potenza che non è data dallo stile di narrazione - uno stile semplicissimo, un diario segreto quasi - ma dalle emozioni. È come fare una passeggiata con qualcuno che ti racconta la sua vita, e scoprire, arrivati alla fine, che forse è anche un pò la tua di vita ad aver fatto quei passi. Ad essere inciampata, ad essersi risollevata. Non sono entrata tanto nei dettagli della storia, è una scelta consapevole. Penso che sia uno di quei libri che vada vissuto per essere apprezzato. Non vi lascerà immuni, ve lo garantisco. 

 *Valérie Perrin, edizioni e/o 
 

 

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