Una nuova ospite per il nostro blog! Si chiama Greta e insegna cinese. E proprio grazie a questa sua passione per la lingua e la cultura cinese ci porterà in questo paese affascinante e sorprendente, grazie al suo suggerimento: "Vivere" dell'autore Yu Hua. Non ci resta che lasciarvi alla sua presentazione e alla recensione!
Mi presento:
Quella tragi-comica storia chiamata Vita - Yu Hua, Vivere
Yu Hua racconta la sua personale visione della vita: una prospettiva tragi-comica, emozionante e dignitosa.
Vivere racconta la storia di un vecchio contadino, Xu Fugui: figlio di ricchi proprietari terrieri, perde tutto al gioco. L’errore di una notte costringe l’intera famiglia a vivere in una capanna, indossare vesti ruvide e lavorare i campi per conto di un padrone.
Sullo sfondo, la storia della Cina dagli anni ’40 agli anni ’80: la guerra civile, la vittoria di Mao, le comuni popolari e la Rivoluzione Culturale. Come Fugui e la sua famiglia, anche la Cina attraversa guerre, siccità e umiliazioni.
Nonostante le privazioni, il duro lavoro e gli innumerevoli lutti, Fugui conserva l’ottimismo e la voglia di vivere. Il romanzo è una celebrazione della vita, dell’amore per la famiglia, del profumo di un pasto caldo; allo stesso tempo è una celebrazione delle umiliazioni, della fame e della fatica. Un’esortazione a vivere la vita pienamente, in tutte le sue forme.
Colpisce la grande dignità del personaggio di Fugui: nonostante le avversità continua a lottare e lavorare per provvedere alla sua famiglia. È proprio nell’attimo in cui perde le sue ricchezze a rendersi conto dell’amore per la moglie e i figli, sentimento che gli permetterà di continuare a Vivere.
Come afferma lo stesso Yu Hua: “Ho deciso di scrivere questo romanzo per descrivere la capacità dell’uomo di essere ottimista nei confronti del mondo. Durante la stesura ho capito che gli uomini vivono per la vita in sé e per null’altro al di fuori di questa. Sento di aver scritto un’opera nobile”.
Vivere presenta tratti tipicamente cinesi, come l'accettazione “passiva” del destino e della propria condizione, unito alla volontà di portare a termine i propri doveri quotidiani.
Altra caratteristica propriamente asiatica è il desiderio di provvedere alla propria famiglia senza contare sull’aiuto dello stato. Mentre per un occidentale l’intervento dello stato è uno dei diritti fondamentali del cittadino che, proprio in quanto tale, deve essere in ogni modo tutelato contro “le avversità”, nella cultura cinese l’intervento delle autorità nel mantenimento della propria famiglia significa ammettere di non essere in grado di provvedere ai propri cari, ed è quindi motivo di grande imbarazzo.
A colazione con ViverePer saperne di più:
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