Recensione a quattro mani - "Il mondo deve sapere" di Michela Murgia

L'autrice di questo mese è Michela Murgia: non crediamo abbia bisogno di presentazioni, si presenta già da sola sui social, in tv, sulla carta. Insomma, è una donna che sta fa sentire la sua voce. E per fortuna!

Non abbiamo scelto "Accabadora" (con il quale, ci dice Wikipedia, l'autrice ha vinto nel 2010 il premio SuperMondello e il Campiello) perché anche se è un romanzo molto bello, profondo, che consigliamo assolutamente, volevamo iniziare con qualcosa di più... leggero.

Il titolo di quest’opera è "Il mondo deve sapere", un allarme su quello che stava accadendo in certi settori lavorativi e che nessuno ancora sospettava. Un monito ai posteri che... Avrà salvato qualcuno? Una speranza forse vana.
Anche questo mese ci sono stati diversi confronti telefonici e messaggistici sulle versioni adottate: Fede è riuscita a trovarne una cartacea in prestito, edizioni ISBN, mentre Jas, avendo già troppi libri fisici in prestito, si è affidata a quello digitale con Media Library, ebook edizione Feltrinelli.

Abbiamo scelto quindi il resoconto di una sua esperienza lavorativa come “telefucker” per un'azienda di aspirapolveri: purtroppo non ci sono dubbi che sia stata vera, soprattutto perché leggendola Jas ha ripensato a certe sue esperienze nei call center.

Murgia diventa una ricercatrice sul campo per caso, si ritrova a studiare la comunità del telemarketing per un mese, vivendo tutte le dinamiche che stanno alla base del "turlupinare" (verbo base della Bibbia del Telefucking!), sia all'interno dell'azienda nei rapporti tra dipendenti e superiori, sia rispetto al cliente.
Accennavo al concetto di paradiso Kirby. Più ci sto, più intravedo i tratti di una filosofia di vita di stampo misticheggiante, una sorta di bricolage religioso dove il Kirby è il Verbo, ma tu sei Sacerdote, Profeta e alla fine anche Terra Promessa di questo simbolico Esodo da casalinga in casalinga.
Intanto, raccoglie e divide per categorie i possibili tipi umani, con relativa modalità di vendita per ciascun gruppo. I nomi che affibbia ai personaggi dentro e fuori l’azienda dicono tutto: la capo telefonista è Hermann, il boss BillGheiz, gli agenti di vendita Shark; mentre alcuni dei clienti sono: Signorina Rompicazzis, Signor Pollastri, Signora Ignaris...
La Kirby non promette ai suoi collaboratori di diventare semplicemente persone più ricche. Promette loro di diventare anche persone migliori.
La nota positiva è che, nonostante la tragicità della vicenda, fa ridere, indubbiamente. Riesce allo stesso tempo a creare emozioni contrastanti: leggerlo fa sgomento, ma è raccontato in maniera talmente surreale da provocare ilarità.

Fede, che lavorativamente si è risparmiata certe esperienze, ha pensato: "No dai, assurdo, il balletto motivazionale impossibile, ahah". Subito dopo, il sospetto che potesse essere reale... Immaginate la sua faccina: un attimo di sconcerto e sguardo nel vuoto. Ma no dai, è tutto finto. Sorride e sta tranquilla.
Jas ha riso tanto. E allo stesso tempo ha pensato: oddioquantibruttiricordi! Perché le scene riportate da Murgia nel libro sono la realtà di chi lavora nella vendita telefonica, e in parte vengono riproposte anche nell’assistenza clienti (avete in mente quando chiamate il numero per ricevere informazioni o per risolvere un problema e vi risponde una signorina educata? Quello…). Di fatto, tutti, che facciano assistenza o che vendano, devono fare numeri. E se non raggiungono gli obiettivi, fanno tutti la stessa fine: a casa

Questo racconto si rivela anche molto utile per capire quale e quanta pressione psicologica subisca chi prova a lavorare in certi posti e ricoprendo certi ruoli… Il tutto per condizioni contrattuali non così favorevoli. Ma svela anche le tattiche di sopravvivenza che si instaurano tra colleghe e colleghi per riuscire a non perdere il posto di lavoro.
La cosa veramente sconcertante della riunione-processo di ieri era che le ragazze piangevano.
Kirby è un’azienda americana realmente esistente. Nonostante il nome ricordi un Pokemon kawaii (a detta di Fede), l’attrattiva finisce qui. E’ aberrante la manipolazione su più piani dei dipendenti che adoperano certe aziende: l’inculcare l’idea che si è il lavoro che si fa, che il proprio valore come persona dipende dagli appuntamenti presi, il premiarne uno non per validare davvero quella persona, bensì per segnare le altre con il marchio di perdente in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi o di abbandono. 

Il linguaggio è schietto ed estremamente sarcastico e lo si deve al fatto che è la raccolta di articoli che l’autrice scriveva su un blog aperto appositamente una volta capita l’assurdità della situazione in cui si trovava.
Badate bene che quando lei accetta il contratto proposto, è consapevole di cosa sta firmando e a cosa va incontro, ha circa trent'anni ed esperienze ne ha già alle spalle. Con la sua "denuncia" spera di mettere in guardia i più sprovveduti. Il monito è: "Attenzione, non fatevi raggirare!"

Il suo modo di scrivere è intelligente, incatena frasi perfette, costruzioni mirabolanti e divertenti. Il sabato solitamente pubblichiamo sui social piccoli estratti con l'hashtag "autoredelemese", ma è stato davvero difficile con lei perché si perdevano i riferimenti prima e dopo, con il rischio che rimanevano pezzi monchi. Architetture che non vanno smontate.

Piccola nota tecnica: questo libro ha ispirato la pellicola di Virzì  “Tutta la vita davanti (2008). Nel cast, oltre a Laura Morante come voce narrante e altri interpreti come Valerio Mastandrea, Micaela Ramazzotti, Isabella Ragonese, si trova anche Sabrina Ferilli come ottima riproduzione di certi team leader.
Con il libro ci sono somiglianze e diversità: consigliamo di cercare alcune videointerviste dell’autrice a riguardo per capire meglio i punti in comune e dove invece il film si scosta dall'opera originale. Se pensate che la canzoncina motivazionale sia fantasia del regista... l'autrice conferma che era una prassi reale! Pensate ai vostri luoghi di lavoro: vi immaginate a cantare con i vostri colleghi? Sconcerto di Jas e Fede.
Sempre su YouTube si può trovare anche uno spettacolo teatrale dall'omonimo titolo "Il mondo deve sapere" (riportiamo il sito ufficiale al fondo dell'articolo).

Passiamo alle colazioni.
Fede ha scelto un lauto pasto tutto hand-made: succo di arancia spremuto al momento, pane in cassetta fatto in casa, marmellata di mele cotogne e biscotti MammaFede-made...e succo di melograno, residuo del Capodanno (si aspetta tanti danari quest’anno, eh!) spremuto personalmente (mai più!). E' stato difficile quanto estorcere un appuntamento ad una casalinga per vendergli il Kirby.

Jas per la sua colazione a casa ha scelto qualcosa di molto più semplice: avendo voglia di salato ha preparato due fette di pane di grano saraceno (made in panetteria - viva la pigrizia) con olio d'oliva, sale e origano, una tazza di bevanda di avena con cannella, mandarini e frutta secca varia (noci, mandorle e pistacchi). Ha poi chiuso il pasto con un caffè, fatto con la moka. Anche qui, una punta di cannella non guasta.
E se vi state chiedendo dov'è il libro... Nel telefono che stava scattando la foto. Sorry...
 
Anche voi avete esperienze lavorative simili? Condividetele con noi!


Per saperne di più:
"Il mondo deve sapere", spettacolo teatrale (2008)

"Tutta la vita davanti", film (2008)

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