Recensione a quattro mani - "Le scelte che non hai fatto", il secondo libro di Maria Perosino

 Le scelte che non hai fatto” è un libro diverso rispetto alla prima opera di Maria Perosino: lo stile è molto simile, sempre divertente, ironico, insomma una lettura scorrevole e piacevole. Cosa c’è di diverso? E’ molto più riflessivo. 


L’autrice infatti parte proprio da una riflessione: quando facciamo una scelta non è mai il 100% di noi a decidere, ma ci dividiamo tra un 51% e un 49%.  E che fine fanno le scelte che non sono state scelte? In questo libro Perosino si chiede proprio come sarebbe se avessimo scelto il 49%. 
Così la scrittrice decide di vedere com’è la vita di chi ha fatto quella scelta. E mette in campo le storie di altre donne che hanno seguito la strada che lei ha scartato. Un esempio? Tra i tanti, colpisce l’incontro con Lisa, e il ragionamento sull’acquisto della casa. L’autrice racconta che, passando davanti alle vetrine delle agenzie immobiliari, studia le offerte, gli eventuali costi di ristrutturazione e inizia a fantasticare su una nuova casa, con tanto di arredo e trasloco.

Per un attimo, tutto è facile, mi basterebbe sceglierne una, impacchettarla e portarmela via. E’ una bella sensazione, per una che non ha mai imparato l’arte del rammendo. E che con la scatola dei Lego non è mai riuscita a costruire non dico un palazzo, ma neanche un monolocale con angolo cottura.
Ma ogni tanto, quando stacco gli occhi dalla vetrina in cui sono esposte le mie vite e mi giro verso il palazzo dirimpetto, che è solido e ben curato, e dentro cui sono certa abitino vite solide e ben curate, ecco in quei momenti qualche dubbio mi viene. E comincio a pensare a quello che non ho: non ho un armadio a quattro stagioni, non ho una torta che cuoce nel forno, non ho qualcuno che bagna il basilico quando sono via…
E poi comincio a pensare a come sarebbe stato se… Se poi quel come sarebbe stato se mi capita d’incontrarlo che cammina spedito su un paio di scarpe che non sono le mie, allora la faccenda si complica.”

La sua esplorazioni delle ipotesi è alternata a visite nello studio della dottoressa Orsetta Nigroni Merri, dietologa. Rigida come un generale dell’esercito, la dottoressa non le perdona nessuno sgarro al regime alimentare e spulcia ogni singolo pasto che la narratrice racconta. La protagonista cerca di difendersi raccontando i motivi delle cene e dei pranzi con le donne con le quali si è confrontata, di cui ha spiato la vita per vedere come sarebbe stata se. Il raccontare i pasti fanno venire l’acquolina in bocca. Un buon menù pensato avvicina le persone, specialmente quando si deve ribaltare la propria intera vita per raccontarla a qualcuno. O a se’ stessi.
I suoi incontri, i discorsi che toccano, sono un confronto continuo con l’altra lei che però non è proprio lei. E un po’ spinge anche noi che leggiamo ad interrogarci su come sarebbe stato se...se avessimo scelto quel lavoro, quell’evento, quella relazione… Forse con un po’ di malinconia mista a curiosità, volgiamo lo sguardo a quella strada che non abbiamo preso.
Anche voi vi chiedete come sarebbe oggi la vostra vita, se aveste scelto il vostro 49%?

"Le vite che abbiamo scartato per un soffio continuano accanto a noi. Continuano su strade parallele alla nostra, appena qualche metro più indietro. Su altre gambe."

Come sapete viviamo in città diverse. Qualche volta riusciamo a trovarci e colazionare insieme, alternando bocconi di prelibatezza a sproloqui su progetti reali o a venire (ok, anche qualche pettegolezzo).
Da brave vegetariane, l’avocado è irrinunciabile. Potevamo non scegliere un posto che si chiama Avobrothers a Milano? E la nostra colazione è diventata un brunch perché quando possiamo il tempo ce lo gustiamo lento e diluito.
Se lo consigliamo? Assolutamente! 
Prezzi nella media per Milano, acqua a volontà a disposizione del cliente (era pre-covid, ora dovremmo tornare e vedere cosa è cambiato). Noi abbiamo optato per una fetta di pane su cui erano accomodate uova in camicia per una e uova strapazzate per l’altra, accanto hummus alla barbabietola, patata dolce e ovviamente avocado. Godurioso!!
Il locale, sul verde-petrolio (non poteva essere altrimenti!), con arredamento moderno ti fa dire: “aaah, vorrei arredare casa così” e, a meno che tu non sia Jas e Fede, ti fa fare foto per i social. Sì, è tutto super instagrammabile.
Non sottovalutiamo questo dettaglio: è un posto dove compagni onnivori e vegetariani possono ritrovarsi senza malumori per nessuno, uniti, nel segno dell’avocado. Uniti nel regno dell’avocado. Uniti dall’amore per l’avocado. Uniti dal guacamole. Uniti grazie al potere burroso dell’avocado. Uniti, nel guacamole. Uniti. Avocado.



Per saperne di più su AvoBrothers

https://www.avobrothers.com/


Commenti

  1. W l'avocado!



    No, dai! Lo ammetto non sono rimasta colpita solo dal locale a tema avocado, ma sono stata centrata in pieno petto dall'argomento del libro! Chi non si è mai fatto mille domande esistenziali prima di una scelta, prima di decidere da quale parte del bivio andare? Per me è una costante! Non avrei mai scoperto questo libro senza di voi. Grazie!

    RispondiElimina
  2. A colazione con Jas e Fede5 ottobre 2020 alle ore 22:27

    Greta, aspettiamo una tua opinione!! Ci terremmo molto a sapere cosa ne pensi! (E ovviamente Avo brothers super consigliato!!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho una pila di libri in attesa di essere letti che fissa (tra cui 'Il Profeta'), appena ho tempo mi metto in pari XD

      Elimina
    2. Grazie, Il Profeta come sta andando? Ci sta che il suo posto sia vicino al comodino, comodo da consultare di quando in quando prima di dormire!

      Elimina

Posta un commento