A colazione con Fede - JOVANOTTI - IL GRANDE BOH!

JOVANOTTI - IL GRANDE BOH!

Pastel de Nata e toast con burro fuso, sempre e comunque
Per la maggior parte delle persone, me compresa, l'estate è la stagione per viaggiare. Volenti o nolenti,  agosto è il mese degli spostamenti di massa. Così insieme ad altri milioni di italiani sono partita anche io. Diciamo che la probabilità di trovare compatrioti fuori dagli italici confini è decisamente alta, ovunque tu vada. Persino in un'amena campagna, nel cuore di un qualunque paese sperduto, eccoti lì qualche simpatico italiano. Specialmente milanesi. Milanesi dappertutto. Per evitare di comunicare io comunque mi porto almeno tre libri. Tra questi, Il grande boh! di Jovanotti.
Ma se stai viaggiando, leggi libri di altri che viaggiano? Eccerto. Per contagio, per solidarietà, per sentirsi dei veri viaggiatori, una comunione, una vicinanza....Più o meno. E' evidente che viaggiamo in maniera diversa, lui inforca una bicicletta per arrivare fino alla Terra del fuoco percorrendo la Carretera Austral, dormendo in ripari di fortuna, comunicando con i locali... Io da quando sono scivolata sui binari del tram, non faccio nemmeno il percorso casa-lavoro (4 km e mezza pedalata circa), non riesco a dormire se non ho lenzuola in cotone superbio extra-lusso, se qualcuno mi rivolge parola mi fingo morta. Però mi piace leggere qualcosa che sia diverso da me. Non fosse stato così, me ne sarei rimasta a parlar da sola.

Il libro è un composto di diari di viaggi e di creazione di un album (L'albero), eventi della sua vita privata e lavorativa, riflessioni, poesie.  Non sempre le varie parti hanno continuità temporale, talvolta sono disposte in maniera frammentata nel corso di vari anni (sicuramente dal 1995 al 1998, ma non sempre ci sono date definite), o se c'era un ordine non l'ho capito, ma non essendo un giallo direi che va bene così.

In apertura, della sua esigenza di viaggiare:

"Ma io sono un viaggiatore. Non si può essere viaggiatori preoccupandosi ogni volta di costruire una casa nei posti dove ci si ferma, perchè quella casa sarà sempre una catapecchia neanche paragonabile ai castelli di chi i posti li abita da sempre e per sempre, il viaggiatore trova la sua casa nel muoversi, la mobilità è il suo equilibrio,il muoversi è il suo modo di essere radicato. La mia è sempre di più la lingua dei viaggiatori e chi decide di ascoltarmi deve sapere che io sono uno che racconta mondi che ha vistoe mondi che vuole vedere e non consoco a fondola lingua del posto, la lingua degli stanziali, strimpello strumenti e parlo male diverse lingue e di volta in volta ho bisogno di musicisti e di interpreti per piantare le tende nel luogo e restarci finchè non mi prende il senso di irrequietezza che mi porta di nuovo a fare i bagagli e partire." 

Il viaggiare come "pericolo" , perchè si espone la propria mente e il proprio corpo a sollecitazioni, visioni, percezioni, che non si sa mica poi che reazioni potranno innescare nell'anima

Tra i vari viaggi fatti (Africa, Riccione, New York, Atene, Londra, Lisbona...) lo spazio maggiore è dedicato al percorso che compie in solitudine con la sua bicicletta per la Terra del Fuoco. Potevo scegliere una bella riflessione, profonda, filosofica, e invece riporto questa che mi ha fatto sorridere:

Quando sei in bici da solo e stai pedalando da ore e non hai visto un essere umano da altrettante ore la mente comincia a prendere strane vie, melodie ti visitano il canticchiare mentale, melodie tipo Battisti dieci ragazze per me posson bastare o anche peggio [...] Uno si crede di meditare in solitudine chissaché e invece la mente visita gli angoli più bui della coscienza, fa pulizia, senza offesa per quelle canzoncine contro le quali non ho nessun argomento, anzi il pezzo di Celentano mi è sempre piaciuto. 

Prima di andare avanti, ricordiamoci chi è l'autore. Non posso dire di essere una sua fan, ma guardo a lui con simpatia, specialmente dopo la rilettura di questo libro
Per me attualmente Lorenzo Cherubini, Jovanotti, è quello che con la sola imposizione delle mani riempie spazi immensi con frotte di fan acclamanti (ricordo che a settembre occuperà uno spazio tra le piste dell'aeroporto di Linate, momentaneamente chiuso per lavori), che riesce a vestire completi con paillettes o frange (o entrambi) con grande sobrietà. Ecco, pensare che l'autore del libro pubblicato anni fa e il personaggio che mi viene alla mente oggi coincidano, sono la stessa persona...mmh, talvolta me lo scordo, però in maniera più generale mi pare di intravedere una certa continuità nei concetti espressi nelle canzoni nel corso degli anni, e sul suo modo di vedere le cose del mondo.

La musica è ovviamente una parte fondamentale in questo diario: come mezzo di comunicazione, soprattutto nel viaggiare quando non si parla la stessa lingua, come metodo di astrazione, di comprensione del mondo, e in concreto c'è il diario della formazione dell'album.
Ho riascoltato Lorenzo 1997 - L' albero, puntando l'attenzione sui testi. Molto probabilmente tutti conosciamo Bella e Questa è la mia casa, canzoni orecchiabili e canticchiabili, passate per radio tante di quelle volte...Ma invito ad ascoltare anche La linea d'ombra o L'albero. I testi mi sembrano coerenti con le riflessioni presenti nel libro, riflessioni universali, se volete ingenue, o "buoniste" per i più cinici. Si potrebbe dire che sia i concetti che esprime (ad esempio apertura e amore verso il mondo, la musica, il viaggiare, la natura, l'idea di fede) sia il modo in cui lo fa, siano ingenui. Va benissimo, viva gli ingenui. E' già un mondo di faine, non vogliamo implementarlo con un po' di umanità?
Non mancano i dubbi derivanti dalle contraddizioni che percepisce in lui o nel mondo, questo ancora di più mi fa pensare che chi scrive lo fa in maniera genuina. 
Brevemente sul linguaggio: i "chipiunehapiunemetta" scritto così in maniera ricorrente nei capitoli, le frasi a volte lunghe come un pensiero unico, come a rivolgersi a chi legge in maniera diretta, fresca, innocente, un cuore di bambino.

Perchè leggere Il grande boh! ?
Personalmente, leggere di una persona che viaggia in mezzo all' umanità e alla natura e ci si sente un tuttuno, ma senza idealizzazioni, che crea un progetto e ci si lancia e nonostante i dubbi va avanti, che dimostra di rimanere umano nonostante tutto, mette serenità. Ovviamente, se siete suoi fan, potrete capire un pezzetto in più, leggere di come si sono formate le sue canzoni, o alcuni versi, il rapporto con gli altri musicisti.
Se non lo siete, provate a vincere i pregiudizi che avete su di lui e a dimenticarvi delle frange e delle paillettes.
Se vi è indifferente, magari scoprite qualcosa di nuovo. Buoni motivi per tutti.

Non ho legato il libro ad un locale in particolare, viaggiavo per il Portogallo, e il libro mi ha accompagnato nelle colazioni di varie città. Ovviamente a base di toast colanti burro e Pastel de nata, che non so se sia la colazione tipica portoghese, ma ogni occasione era buona per trovare la "Pastel de nata perfetta". Ho provato persino quella del Lidl.

Essendo tornata da poco a lavorare, questo è il momento in cui riordino i pensieri e le fotografie mentali che ho fatto dei luoghi che ho visto, penso a quando potrò partire ancora, sprofondando nella nostalgia dei bei tempi in cui con 1 euro e 30 potevo bere una Super Bock e sentirmi ricca.

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