A colazione con Jas - Un mondo di colori, tra libri e colazioni!


Melania G. Mazzucco è conosciuta (credo) per i romanzi. 
Dico credo perché, prima di questo libro, non ho mai letto nulla di suo. I suoi libri sono per me come certe canzoni che pubblicizzano alla radio, che tu non hai mai sentito per intero. E nemmeno cerchi di rimediare a questa mancanza. Non ti attira, non ti chiama. Quando passi davanti allo scaffale con i suoi titoli, li guardi con una certa indifferenza... e loro ricambiano con lo stesso sentimento.

Ecco, questo succedeva fino a quando, tra le novità della biblioteca, è spuntato questo libro. L'ho preso dallo scaffale per dagli un'occhiata e ho pensato: "Mica male l'idea!". Poi ho visto il nome dell'autrice, e ho pensato: "Davvero?? Apperò!"
Ovviamente, come tutte le mie incursioni in biblioteca, entro con una lista di titoli in testa e finisco per uscire con libri che non c'entrano nulla con la lista mentale... Ma questa è un'altra storia.


Per sfogliare questo libro - che è una gioia per gli occhi - è importante leggere la premessa: la scrittrice infatti ci spiega i suoi criteri di selezione (solo opere pittoriche e, tra tutte quelle che le piacciono nel mondo, solo 52, una per ogni settimana dell'anno): 

"La mia selezione rispecchia solo ciò che sono oggi, e non ciò che ero o che sarò domani. Siamo fluidi e mutevoli, tutto cambia, e il senso e il percorso è nel mutamento stesso."


Un elemento comune della "collezione" è il desiderio di un'opera: di ascoltare più e più volte cosa l'opera ha da raccontare, sapendo che non smetterà mai di insegnare e di parlare.
Leggendolo, ho trovato espressa la volontà degli artisti di riportare sulla tela l'invisibile, l'indescrivibile, l'inafferabile: ciò che si prova, che abbiamo dentro e che non possiamo descrivere a parole o toccare con mano, ma che sentiamo ed è un sentire profondo, quasi angosciante, una ricerca inquieta ed infinita che si esprime nella perfezione del tratto, dell'esecuzione, nei colori, a volte cupi a volte vivaci, nelle dimensioni e nelle proporzioni. 



In tutte le opere scelte, e negli artisti descritti, c'è una sorta di grandezza della tecnica che accompagna una profonda inquietudine e una triste malinconia. Forse sono proprio questi gli elementi chiavi.

Ho trovato molto avvincente anche il modo in cui descrive non solo le opere ma chi le ha eseguite, le loro storie personali che si intrecciano con le vicende che li hanno portati a dipingere proprio quel dipinto in quel modo, e non poteva essere altrimenti. Storie di artisti e artiste che hanno lottato, che hanno avuto finali tragici, che sono stati riscattati dopo la loro morte... Che sono diventati immortali grazie ai loro dipinti.

Questo libro, con copertina dai rimandi importanti e colorata, mi ha accompagnata da Teapot, un bellissimo locale - colorato! - in pieno San Salvario, a Torino.

I ragazzi e le ragazze che ci lavorano sono molto carini e si vede che si danno un gran da fare per offrire ai loro clienti un buon servizio e della buona cucina: già, perché non si occupano solo di colazioni e merende, ma anche di brunch nel fine settimana (da prova!) e di pranzo. Buona anche la selezione di tè.

La mia scelta, come spesso avviene, è caduta su cappuccino e croissant farcito al momento con marmellata. Ma c' è la possibilità di scegliere tra fette di torte, muffin, biscotti di vario tipo.
Neanche a dirlo, tutto molto buono.
E dell'arredamento non parliamo? Beh, come ho già accennato, è molto colorato: le sedie, i tavolini, i divani pieni di cuscini, i piatti spaiati che ricordano vecchi servizi delle nonne e le decorazioni che scendono dalle pareti presentano colori accesi e disegni che vanno a rallegrare il posto. Il dehor, poi, ha delle biciclette convertite a portavasi, che rendono l'atmosfera molto allegra e richiamano la voglia di primavera in ogni momento dell'anno.
Un posto davvero carino, dove sentirsi a casa con un tocco in più!

Teapot - tisaneria con cucina, a Torino:
https://www.facebook.com/Teapot-Tisaneria-Con-Cucina-969380563125686/



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