A colazione con Fede - Asparagi e immortalità dell'anima


Asparagi e immortalità dell' anima
...Come resistere ad un titolo così.
Che cosa ti aspetti? Che come minimo ti tracci un'analogia tra i due elementi.
Che cos'hanno in comune gli Asparagi e l' Anima? Proprio niente.
Il sig. Campanile lo dice lui stesso, ma gira e rigira, riesce in poco spazio, con delle frasi concatenate l'una all'altra, a portarti a pensare che forse qualcosa in comune ce l'hanno.
Per poi mettere tutto in dubbio di nuovo:
Per concludere e terminarla con un'indagine che la mancanza di idonei risultati rende quanto mai penosa, dobbiamo dire che, da qualunque parte si esamini la questione, non c'è nulla di comune fra gli asparagi e l'immortalità dell'anima.

Ebbene sì, pizza e cappuccino
E quindi, Asparagi e immortalità dell'anima che libro è?
E' una raccolta di racconti umoristici, dove il più banale evento diventa degno di profonda disquisizione. Piccoli estratti di vita quotidiana vengono sviscerati con un linguaggio d'altri tempi e messi in ridicolo, in senso positivo. Ovvero, finalmente ne possiamo ridere, e liberarci della pesantezza.

Lo leggo facilemente in metro, poche feramate, poche pagine, ridacchio da sola "fufufu" cercando di trattenermi, mi nascondo dentro la sciarpa, meno male che è inverno. Non vorrei sembrar ridicola.



 Achille Campanile vive tra il 1899 e il 1977, le parole in uso non erano quelle di oggi, l'italiano aveva un altro sapore, non voglio dire meglio, solo diverso, parole che oggi non usiamo più, che sanno di naftalina.
In alcuni punti sicuramente usa un linguaggio volutamente "più alto" o specialistico per rafforzare l'immagine comica, come nella ricerca di punti comuni tra il legume appartenente alla famiglia delle asparagine e l'immortalità dell'anima..
Come riportato nel sito a lui dedicato, fu scrittore di narrativa e di teatro, giornalista e critico televisivo, uno dei maggiori umoristi italiani.
Trascrivo alcuni estratti per far capire meglio che genere di scrittura e comicità utilizza.


Comicità pura in Paganini non ripete
"Paganini" strillò Paganini con quanto fiato aveva in gola "non ripete, non ripete, non ripete!" La vecchia fe' cenno di non aver capito. Paganini si vide perduto. Si volse al gruppo degli altri invitati che si erano affollati intorno a loro attratti dalla scena e disse in tono disperato: "Fatemi il favore, diteglielo voi. Non ha ancora capito che non ripeto. Gliel'ho ripetuto venti volte, glielo sto ripetendo: non ripeto! Quante volte glielo debbo ripetere?"

In altri racconti, esamina i tarli presenti nella mente di tutti, forse.
Chi non si è mai sentito attratto dal fare la cosa sbagliata?
Questo è il tema di L'attrazione del vuoto, ma ripreso anche in qualche modo in L'abisso,
dove un uomo sta raccontando una sciagura personale, e l'interlocutore comincia a pensare a cosa succederebbe se lui ridesse in quel momento, e l'idea lo fa ancora più ridere...

Da L'attrazione del vuoto
Si narra di persone che, affacciate su un abisso profondissimo o da un'altissima torre, provano un senso di "attrazione del vuoto". 
Forse il pensiero che un atto tanto semplice e tanto grave, quale è il buttarsi giù, dipende da un loro piccolissimo gesto, sicché il farlo o non farlo è soltanto attaccato all'esile filo della loro volontà, riempe questi signori - spero che non sieno molti, in verità - d'un tal timore di "indursi a buttarsi giù" , di non riuscire ad evitare un atto gravissimo il quale dipende unicamente da se stessi, che finiscono con l'esser presi dal capogiro e col precipitarsi nel vuoto. 

Pensare di essere pazzi, e quindi essere savi in Pazzi
Io certe volte sospetto di essere pazzo. E certe volte ne ho l'assoluta certezza e allora vorrei abbandonare ogni finzione di saviezza. Come è riposante non simulare più!
La cosiddetta saggezza non è assenza di pazzia, perchè tutti abbiamo la stoffa dei pazzi. E' soltanto possibilità di simulare e possesso maggiore di alcuni freni.
(...)In generale siamo dei pazzi che recitiamo la parte di persone savie, l'uno con l'altro.

Sarà uno dei libri che sempre vorrò tenere nella mia biblioteca personale.

Notare la raccolta mance
Ho associato il bar "Mr Moussa Caffè" in Viale Monza 114, a Milano. Sembra un posticino piccino senza pretese. La prima cosa che ho notato entrando è il barattolo per le mance (vedi foto):
metà per le ragazze che ci lavorano, metà per un corso di umiltà per il gestore XD
Che tra l'altro è un ragazzo molto simpatico, ha sempre la battuta pronta e accoglie ogni cliente con cordialità (e non è scontato!).
Hanno tantissimi tipi di brioche, davvero tanti, ma sopratutto: LA FOCACCIA. Inaspettatamente buona per un bar, la prima volta mi aspettavo una suola di scarpa immangiabile, e invece ora torno apposta a prenderla. Il padre del gestore è panettiere.




Per approfondire:  

Achille Campanile

Il bar Mr Moussa Caffè 114

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